sabato 8 dicembre 2007

C'era una volta il recapito!!!!

Ovunque macerie e disperazione come se fosse passato uno tsunami. Responsabili di Bacino che, allo stesso modo del primo ufficiale del Titanic, cercano disperatamente di far funzionare il servizio mentre tutto sta affondando e l’ orchestrina suona; addetti MQ e capisquadra recapito alle prese con tonnellate e tonnellate di giacenza; portalettere sull’orlo di una crisi di nervi che non sanno più neanche su quale zona di recapito sono applicati; viaggetti che viaggiano davvero poco e a rilento.
A pagare maggiormente lo scotto della riorganizzazione, sono naturalmente i lavoratori ed i clienti che non si vedono recapitare a casa la posta. I più fortunati e privilegiati, trovano nella buca delle lettere prioritari e telegrammi di settimane prima. Bollette di luce, telefono, acqua e spazzatura, migliaia e migliaia di atti giudiziari giacenti con il rischio di contenziosi e di richieste di risarcimento danni per procedimenti penali e civili che dovessero saltare a seguito di una mancata o ritardata notifica. Per non parlare dei problemi connessi alla sicurezza. Locali assolutamente inadeguati dove i portalettere ed il personale del recapito dedicato sono costretti a lavorare pigiati come delle sardine, tra cassette stracolme di posta, carrelli di ogni genere e persino muletti che fanno bella mostra al centro della sala come delle bomboniere di maiolica. E poi urla, scene di disperazione, litigi continui in una sorta di guerra tra i poveri che non giova a nessuno. Un vero e proprio girone dell’inferno dantesco. Ecco il risultato della riorganizzazione del recapito. Alla faccia delle tanto sbandierate promesse di modernità ed efficienza. Ci chiediamo: è questo il modo di prepararsi per affrontare la completa liberalizzazione del mercato postale? Questo il modo di aggredire il mercato? L’efficienza di Poste S.p.A., viene infatti percepita dalla clientela dalla puntualità nella consegna della corrispondenza. Non certamente da Poste Mobile o dalle collocazioni obbligazionarie. E voi, cari specialisti della riorganizzazione, come credete che oggi, un cliente cui Enel e Telecom tagliano le forniture per il mancato pagamento di bollette mai pervenute, vedano la nostra Azienda? Noi siamo seriamente preoccupati per la tenuta dei livelli occupazionali. Non per voi, dirigenti aziendali, che certamente troverete nuove e altrettanto redditizie occupazioni, ma per i tanti uomini e le tante donne che da anni lavorano nel settore recapito per mille euro al mese e che rischiano di finire a vendere accendini ai semafori delle strade. La Costituzione Italiana prevede una serie di diritti inalienabili e tra questi c’è il servizio postale. Ci preoccupa che, di fronte ad una palese violazione di elementari diritti di cittadinanza, il Governo continui a latitare e a non prendere posizione. C’è un’azienda che arretra pericolosamente sul fronte del Servizio Universale, ci sono 80.000 posti di lavoro a rischio, ma Prodi, Gentiloni e company si occupano d’altro. Maggiore attenzione, a tutti i livelli, viene posta quando qualche banca, anche marginale nel contesto economico, rischia di chiudere qualche sportello a seguito del gioco di annessioni e acquisizioni. Ma Poste S.p.A non è la più grande Azienda Pubblica del paese? Stante l’attuale passività, il Governo nazionale abbia almeno il coraggio di ammettere pubblicamente, assumendosene la responsabilità politica, che nel nostro paese la posta verrà consegnata solo nelle zone più ricche. Ma forse ci sono alcuni poteri forti che hanno deciso di distruggere il servizio postale pubblico sull’altare degli interessi di lobbies e gruppi economici importanti. Ai dirigenti di questa azienda ed ai sindacalai di professione che hanno sottoscritto questa riorganizzazione che il servizio postale stia andando a ramengo e le centinaia di proteste di normali cittadini, dei comuni e di interi territori lo dimostrano non gliene importa un tubo, sono interessati al business, a quello vero, e sono pronti a sbaraccare alla prima occasione. C’è da pensare che dietro tutto ciò c’è la volontà di non far funzionare il servizio del recapito, per giustificarne poi la vendita e il definitivo smantellamento. Firmato: alcuni postini e postine incazzati.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Scusate, ma c'è qualcuno tra quei postini/postine firmatari del commento datato 8/12/2007 che consiglia ad un ex ctd che nel frattempo ha lavorato in una azienda del settore plastica, a 4km da casa con spese di trasporto irrisorie, con 1.200 euro mensili più tredicesima, sabati e domeniche a casa, eventuali ponti a casa nonchè 34-39 giorni di ferie puntualmente fatte ogni anno e servizio mensa, di accettare l'incarico in seguito a convocazione a Roma per l'accordo sindacale? Solo alla firma del contratto, ho saputo che il recapito è stato ristrutturato in forma così delirante.Fortunatamente ho sopseso il licenziamento. Dovrei fare 60-80 km dal punto di recapito più vicino e per non si sa quanto cambiare continuamente zona, il che per un portalettere è un delirio? Qualcuno può rispondere? Grazie.