lunedì 26 gennaio 2009

Lettera ad un amico morto

In ricordo del portalettere di Novate Milanese Paolo Leotta morto di infarto Caro Paolo, oggi ho deciso di scrivere, perché mi sento troppo triste, così ho pensato che questo mi aiuterà a sentirti vicino. Stamattina prima di arrivare in ufficio mi hanno dato la notizia. In ufficio piangevano tutti, io però non ci sono riuscito. Non sono riuscito a far cadere una sola lacrima, perché avevo un nodo alla gola che mi strozzava. Ma tu lo sai che avrei voluto gridare …. , urlare al mondo la mia rabbia. Perché non è giusto morire a 56 anni. E invece niente, sono stato zitto, a guardare gli altri. Avrei voluto gridare, tirare fuori la rabbia, proprio come avresti fatto tu, quando parlavamo delle conseguenze della riorganizzazione del recapito, che ha comportato per te e per tutti un modo di lavorare sempre più stressante. Sarai sempre vivo nei nostri ricordi, ci manchi e ci mancherai sempre. E’ bello ricordarti felice, quando nelle serate trascorse insieme ti divertivi a ballare, ricercatissimo da tutte le donne. Beh , sai, quei bei ricordi li conserveremo per sempre , ma ci resterà una rabbia per questo mondo infame che porta via gli amici e le persone care come se fosse un pugno di sabbia che viene trascinata via dalla marea e fa rimanere soltanto dolore e tristezza. Puoi star certo che nessuno ti scorderà mai. Io ti ricorderò sempre, ciao amico

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi dispiace tantissimo x il tuo amico,io ho perso un amico di 22 anni...nn si può capire il dolore e la tristezza ke abbiamo nei nostri cuori